de Magistris e la seconda convocazione, ovvero l'asso nella manica
Consiglieri di opposizione non firmano le proprie dimissioni
che avrebbero permesso la fine di questa amministrazione. E vabbè, ce lo
aspettavamo…tralascio di commentare questo aspetto.
Il punto è che subito dopo il sindaco non ha avuto la
maggioranza per approvare le delibere all'ordine del giorno e si sciolta la
seduta per mancanza del numero legale! Una amministrazione bloccata, il sindaco
non è più a capo di niente e non ha più i numeri per approvare alcunché.
Ma questi numeri che non ha, che gli sono contro però, non si trasformano in
sfiducia, come abbiamo visto.
Come fare allora almeno per approvare, prima che finisca il mandato, almeno qualche delibera per
dare uno straccio di continuità amministrativa e non restare nel pantano in cui
si è cacciato? Facile, giocare la “carta della disperazione”, una sorta di asso nella manica che nessuna
opposizione vorrebbe che il sindaco avverso facesse mai ricorso. Ma visto che l’opposizione
è impotente perché non può o forse non vuole sfiduciare de Magistris, è
ragionevole pensare che il primo cittadino ricorrerà ai ripari, ripeto, per
approvare atti che altrimenti resterebbero bloccati.
Sono certo, quindi, che metterà in campo una sorta di stratagemma per fare in modo di approvare
delibere e bilanci senza più avere bisogno della presenza in aula di 21
consiglieri, ormai inesistenti e irraggiungibili.
Quale carta è? Applicare l’art. 31, comma 5 dello statuto
del comune di Napoli e gli art. 33 e 34 del regolamento relativi alla
cosiddetta “seconda convocazione” del consiglio comunale anche se di antica stesura che prescrivono la presenza di almeno un quinto dei consiglieri.
Esattamente quella che si giocò Rosa Russo Iervolino nel
finale dei suoi dieci anni di consigliatura quando anche lei non aveva più
maggioranza a sostegno.
Praticamente il consiglio che non riesce a tenersi per
mancanza del numero legale può essere riconvocato, appunto in “seconda
convocazione”, con lo stesso ordine del giorno del primo, solo che per essere
valido a tutti gli effetti basta la presenza di almeno un terzo dei consiglieri, nel nostro
caso, appena 14 elementi. In linea con quanto prevede il Tuel, Testo unico degli enti locali e non con gli articoli citati di statuto e regolamento. Et voilà, in questo modo non ha bisogno più tenere il
pallottoliere ad ogni seduta e potrà mettere in un angolo tutti i consiglieri che
non gli consentono di andare avanti. Uno espediente che può tornare utilissimo per l'approvazione anche delle fondamentali sessioni di bilancio.
Certo, un metodo brutale, poco democratico, politicamente
deprecabile, sul filo dei regolamenti ma valido a tutti gli effetti e utile soprattutto per le delibere fondamentali di bilancio.
Un'opposizione dovrebbe salire sulle barricate e sfiduciare
subito il sindaco se effettivamente decidesse di utilizzare la seconda
convocazione. Ma il sindaco può stare tranquillo, la sfiducia non c’è stata e non ci sarà. Allora
avanti, caro “ormai ex sindaco”, se proprio non hai la dignità di dimetterti, almeno approvati così i tuoi bilanci disastrosi e ricchi di fantasia…
E chest’è.
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