Pronto soccorso al San Giovanni Bosco. Vi racconto la mia esperienza




gli episodi di malasanità relativi anche al cattivo funzionamento degli ospedali e della macchina organizzativa dei pronto soccorso, balzano alle cronache immediatamente e destano comprensibili sentimenti di sdegno e preoccupazione.

Non trovano spazio invece nelle cronache, o meglio, ne trovano molto meno, quegli episodi di efficienza ed efficacia che pure accadono, numerosi, in tanti presidi medici.

La sanità Campana, quella di Napoli in particolare, tante volte è stata protagonista di disastri organizzativi, strutturali e professionali,  che costano tanto a pazienti sfortunati per essere stati portati in quell'ospedale piuttosto che in un altro, di essere stati visitati da un medico piuttosto che da un altro e di esserci capitati proprio quando le attrezzature non funzionavano oppure erano in perfetta efficienza. 

E poi ci sono dei luoghi che diventano anche simbolo di questa inefficienza, come ad esempio, l’ospedale San Giovanni Bosco, protagonista in negativo di cattiva gestione e quindi privo della necessaria funzionalità per assistere correttamente pazienti in degenza o in emergenza. Un episodio per tutti, i filmati delle formiche che hanno fatto il giro del mondo trasmettendo un’immagine, ahimè, da terzo mondo.

Toccato il fondo con quell'episodio si è ovviamente deciso di imprimere una svolta intervenendo in più settori, anche quello grigio della sosta a pagamento, del bar interno e dei distributori automatici, gestiti fino ad allora sicuramente in maniera non corretta se non illegale. 

Ed è proprio al San Giovanni Bosco che qualche giorno fa mi sono diretto senza indugio per soccorrere una persona che era in auto con me, alle prese con sintomi che facevano seriamente sospettare un ictus cerebrale, fortunatamente rivelatosi poi infondato. Ho preso la direzione di questo ospedale con uno spirito di fiducia, pur avendo alternative diverse visto il posto in cui è avvenuto il malanno. L’ho fatto con istinto, credendo in un efficace “rifondazione” di quel nosocomio, da sempre punto di riferimento di noi cittadini dell’area nord di Napoli.

Sono stato impressionato favorevolmente dalla solerzia e dalla professionalità riscontrate dal momento dell’accettazione al triage fino alle dimissioni dopo un paio d’ore in tutto. Ho visto all'opera tanto personale, organizzazione, disponibilità, insieme ad una piacevole e misurata umanità. I corridoi, le sale e il resto erano lindi e puliti. C’erano più medici in postazione che si dividevano i tanti pazienti in arrivo smistandoli con calma e ordine verso i vari esami di accertamento. La necessaria Tac alla persona che ho accompagnato è stata fatta dopo appena dieci minuti dall'ingresso al pronto soccorso.

Non so se ciò che descrivo  sia stato un fatto casuale e contingente a quel momento, alle sole due ore in cui siamo stati in quel reparto ma è quello che ho visto e registrato con il mio spirito, normalmente abbastanza critico.  Se c’era qualcosa che assomigliava alle formiche era la laboriosità degli infermieri che entravano e uscivano dalle varie sale.

E sono qui a raccontare questa cosa, anche e soprattutto per dire grazie a quei lavoratori, operatori della sanità in servizio al San Giovanni Bosco che mi hanno regalato questa bella immagine positiva del servizio sanitario pubblico. Insieme a loro, vanno ringraziati tutti quei medici, infermieri e personale vario troppo spesso ingiustamente bistrattati, che lavorano in condizioni difficili, talvolta aggrediti da delinquenti di turno ma che fanno il loro lavoro con passione e competenza.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

"Metodo Bellenger" per il nuovo sindaco di Napoli. di Raf Ambrosino

Le 52 palle del sindaco per l'ultimo albero di Natale. di Raf Ambrosino

RIFIUTI: QUANTITA' PRIMA E DOPO I TURISTI, NUOVE ASSUNZIONI, FLOP DIFFERENZIATA EREDITA' ASSESSORE MANCUSO