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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

Repubblica parlamentare o di traditori?

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L'Italia è una Repubblica parlamentare. Ciò significa che non votiamo governo o presidenti del consiglio o "premier". La rappresentanza democratica della volontà popolare è affidata al parlamento, ai suoi due rami, Camera e Senato, e quindi ad ogni singolo eletto dei suoi membri, 630 deputati e 315 senatori. Sono loro che voteranno la fiducia ad un governo, non noi. Ogni parlamentare non avrà alcun vincolo di mandato, in linea con l'art. 67 della Costituzione, che di fatto non vincola l'eletto con il suo partito o movimento politico che lo ha candidato. Quindi,  la forma della nostra Repubblica, appunto di tipo parlamentare, fa in modo che le maggioranze utili per la fiducia al Governo si formino a Montecitorio e a Palazzo Madama con il voti singoli e autonomi di ogni eletto.  In questo quadro costituzionale  dunque, già il 5 marzo prossimo, ad urne aperte, se nessun partito o coalizione avrà a disposizione un numero sufficiente di deputati e senatori, utili

A.A.A. Cercasi rappresentante di lista non residente per bottino di voti

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I candidati dei collegi uninominali, sia per la Camera che per il Senato, sono sul campo di battaglia già da due settimane. Si contendono con i loro avversari ogni singolo voto, e lo fanno casa per casa, palazzo per palazzo, strada per strada e quartiere per quartiere. Ogni singola preferenza è importante perché anche da sola potrebbe essere determinante per strappare il biglietto per il Parlamento a Roma, valido per i prossimi cinque anni. E allora si usano tutti gli strumenti validi per raggranellare più voti possibili: manifesti, volantini, santini, brochure, incontri, manifestazioni, cene, aperitivi, ma anche un semplice caffè al bar per pubblicizzare le proprie intenzioni e i propri impegni per il territorio del collegio una volta eletti. Peccato però che tutti gli amici, parenti, conoscenti e quindi potenziali elettori dei candidati che risiedono fuori del collegio elettorale non possano votare per loro. Chi risiede nel collegio X, ovviamente, non può votare per il

Dateci campagna elettorale vera, dateci gli scontri in diretta Tv, non scappate.

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È ormai una consuetudine, i politici e gli amministratori tendono ad evitare ogni contraddittorio e ogni scontro diretto con gli avversari. De Magistris, ad esempio, è il campione della specialità, sempre da solo con il giornalista più o meno compiacente. Venendo all'attuale campagna elettorale basta dare un’occhiata ai collegi uninominali, sia per Camera che per il Senato, e salta subito all'occhio che i leader, ma anche le figure di una certa importanza dei vari partiti e schieramenti, si sono garbatamente evitati stando lontani gli uni dagli altri per evitare gli scontri diretti. Se si fossero dati un colpo di telefono o si fossero incontrati per mettersi d’accordo, non avrebbero fatto meglio. Fico dei 5 stelle, ad esempio, che tutti davano candidato contro Paolo Siani nel collegio uninominale per la Camera del Vomero, è “scappato” nel collegio di Fuorigrotta. E così sembra essere in tutti i collegi. La sola eccezione pare essere lo scontro tra Luigi di Maio per i 5s e Vi

Caino o Abele? Guida al voto per gli indecisi e i "senza partito"

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Tanti, troppi indecisi per questa tornata elettorale. Una parte di loro, piuttosto che affidarsi al proprio istinto del momento, rinunceranno di recarsi alle urne. E’ elevata, infatti la previsione di astenuti al voto, mai come stavolta. E non solo per repulsione totale verso la politica, ma anche per un deficit di chiarezza tra le più svariate proposte partitiche e le più fantasiose promesse elettorali. Ma come regolarsi se non si ha un credo politico, non si crede in un movimento specifico, in un leader o in una coalizione di liste e partiti? E’ possibile esprimere un voto comunque “ragionato”, che abbia un senso civico anche se non si fa parte e non si crede alle organizzazioni politiche in quanto tali?  Questa nuova legge elettorale, il cosiddetto “rosatellum”, tra tanti difetti, in qualche modo, rispetto alla precedente lo consente.  Possiamo infatti votare in due modi: direttamente per un partito nella parte “proporzionale” o direttamente per una persona, un candidato spec

Voto disgiunto, sì o no, oppure nì?

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Voto disgiunto, sì o no, oppure nì? Il 4 marzo prossimo sperimenteremo, sia per la Camera che per il Senato, un modo tutto nuovo di esprimere il nostro voto. E' un sistema misto "uninominale/plurinominale" oppure "maggioritario/proporzionale", un sistema che per la sua particolarità sta ingenerando parecchi equivoci. Oggi proviamo a sfatarne uno in particolare. Più di un giornalista, infatti, qualcuno autorevolissimo, scrivendo articoli ed editoriali sull'argomento, sono incappati in un errore madornale.  Riferendosi alla candidatura di Paolo Siani nel collegio maggioritario del Vomero, hanno sottolineato che votando per il maggioritario il candidato che Renzi ha convinto di scendere in campo, si voterebbe automaticamente anche per il Pd. Cosa assolutamente non corrispondente al vero perchè è possibile votare un candidato al maggioritario di una coalizione e contemporaneamente per un partito diverso da quello del candidato stesso purché inserito ne