Voto disgiunto, sì o no, oppure nì?


Voto disgiunto, sì o no, oppure nì?


Il 4 marzo prossimo sperimenteremo, sia per la Camera che per il Senato, un modo tutto nuovo di esprimere il nostro voto. E' un sistema misto "uninominale/plurinominale" oppure "maggioritario/proporzionale", un sistema che per la sua particolarità sta ingenerando parecchi equivoci. Oggi proviamo a sfatarne uno in particolare.
Più di un giornalista, infatti, qualcuno autorevolissimo, scrivendo articoli ed editoriali sull'argomento, sono incappati in un errore madornale. 
Riferendosi alla candidatura di Paolo Siani nel collegio maggioritario del Vomero, hanno sottolineato che votando per il maggioritario il candidato che Renzi ha convinto di scendere in campo, si voterebbe automaticamente anche per il Pd. Cosa assolutamente non corrispondente al vero perchè è possibile votare un candidato al maggioritario di una coalizione e contemporaneamente per un partito diverso da quello del candidato stesso purché inserito nella stessa coalizione (esempio1).
Oppure, votare direttamente e solo un partito della coalizione che ha presentato Siani, il voto per il maggioritario andrebbe direttamente a lui anche senza un'altra croce sul suo nome (esempio fig. 2). 
Ad esempio, si potrebbe votare per Paolo Siani e poi per il "Lista Lorenzin" per il proporzionale. In linea teorica e per assurdo, il Pd potrebbe prendere anche zero voti con Siani eletto nel collegio uninominale. 
Quindi è possibile un voto disgiunto all'interno di una coalizione ma non è possibile un voto disgiunto puro, cioè votare per un candidato di una coalizione al maggioritario e per partito di un'altra coalizione per il proporzionale. E' chiaro che dove non c'è una coalizione il voto al maggioritario corrisponde esattamente a quello per il proporzionale e non è possibile il distinguo. 
La risposta è quindi: "Nì" 



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