Dateci campagna elettorale vera, dateci gli scontri in diretta Tv, non scappate.

È ormai una consuetudine, i politici e gli amministratori tendono ad evitare ogni contraddittorio e ogni scontro diretto con gli avversari. De Magistris, ad esempio, è il campione della specialità, sempre da solo con il giornalista più o meno compiacente. Venendo all'attuale campagna elettorale basta dare un’occhiata ai collegi uninominali, sia per Camera che per il Senato, e salta subito all'occhio che i leader, ma anche le figure di una certa importanza dei vari partiti e schieramenti, si sono garbatamente evitati stando lontani gli uni dagli altri per evitare gli scontri diretti. Se si fossero dati un colpo di telefono o si fossero incontrati per mettersi d’accordo, non avrebbero fatto meglio. Fico dei 5 stelle, ad esempio, che tutti davano candidato contro Paolo Siani nel collegio uninominale per la Camera del Vomero, è “scappato” nel collegio di Fuorigrotta. E così sembra essere in tutti i collegi. La sola eccezione pare essere lo scontro tra Luigi di Maio per i 5s e Vittorio Sgarbi per il centrodestra, candidato da Berlusconi per “provocare” il leader dei grillini. Ma il Pd, che pure avrebbe dovuto contrapporgli un nome importante, per questo collegio ha scelto un candidato sostanzialmente sconosciuto.

Questo evitarsi a tutti i costi pare concretizzarsi anche nei contraddittori pubblici, nei faccia a faccia televisivi, negli scontri al singolar tenzone a cui tanti elettori vorrebbero assistere. È di qualche settimana fa il rifiuto di Luigi Di Maio di partecipare ad un contraddittorio con Matteo Renzi. Svicolò, infatti, con la scusa che il segretario del Pd non sarebbe candidato premier come lui. Vige la “regola” che chi è in vantaggio nei sondaggio eviti l’avversario, il ragionamento è: “se sono in vantaggio posso solo rimetterci, quindi diserto il dibattito. Gioca un ruolo anche il terrore di una scivolata in diretta, la classica brutta figura che potrebbe compromettere punti percentuali di consenso elettorale. A tutti questi pericoli la migliore risposta è rinunciare, evitare.
Eppure quanto piacerebbe a tutti noi di assistere ad un confronto Renzi/Salvini, Berlusconi/Di Maio,  Salvini/Grasso, Di Maio/Renzi, Meloni/Di Maio, Grasso/Meloni o anche Berlusconi/Renzi? Invece niente, sembra proprio che tutto questo non accadrà per indisponibilità una volta di uno e una volta di un altro. Pare che dovremo accontentarci dei monologhi dei singoli più o meno movimentati dalle domande dei giornalisti di turno.

La soluzione sarebbe stabilire un obbligo e inserire nella legge elettorale contraddittori pubblici in diretta e senza filtri sulle reti nazionali tra i leader di partiti e movimenti. Magari nella prossima legislatura qualcuno lo propone… 

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