A.A.A. Cercasi rappresentante di lista non residente per bottino di voti


I candidati dei collegi uninominali, sia per la Camera che per il Senato, sono sul campo di battaglia già da due settimane.
Si contendono con i loro avversari ogni singolo voto, e lo fanno casa per casa, palazzo per palazzo, strada per strada e quartiere per quartiere. Ogni singola preferenza è importante perché anche da sola potrebbe essere determinante per strappare il biglietto per il Parlamento a Roma, valido per i prossimi cinque anni.
E allora si usano tutti gli strumenti validi per raggranellare più voti possibili: manifesti, volantini, santini, brochure, incontri, manifestazioni, cene, aperitivi, ma anche un semplice caffè al bar per pubblicizzare le proprie intenzioni e i propri impegni per il territorio del collegio una volta eletti.
Peccato però che tutti gli amici, parenti, conoscenti e quindi potenziali elettori dei candidati che risiedono fuori del collegio elettorale non possano votare per loro.
Chi risiede nel collegio X, ovviamente, non può votare per il candidato nel collegio uninominale del collegio Y.
Ma c’è una scappatoia assolutamente regolare e legale per avere anche voti di chi risiede fuori collegio, magari quelli  proprio del fratello, della moglie, del marito…
Basta nominarli, in un seggio del proprio collegio, rappresentanti di lista o del candidato, cioè la persona incaricata di assistere alle operazioni di voto e di scrutinio per conto di un partito o, appunto del candidato, una sorta di controllore di parte.
Queste persone, benché residenti in altro collegio, potranno votare nel seggio loro assegnato e quindi per il loro conoscente, amico, fratello, marito, moglie o altro candidato.  
Facciamo due conti: in un collegio uninominale per la Camera ci sono circa 200 seggi elettorali, quindi 200 rappresentanti del candidato, più 200 rappresentanti di lista. E siamo già a 400. Se poi il candidato riesce ad avere la possibilità di indicare suoi nomi per i rappresentati delle altre liste dei partiti della sua coalizione, si potrebbe arrivare anche a più di 1000 voti. Per i collegi uninominali per il Senato, almeno il doppio di quelli per la Camera, i seggi sono almeno 400 e i totali quasi raddoppiano...Insomma, una buona organizzazione potrebbe essere determinante per la vittoria. Basta organizzarsi, appunto. 


Eccovi il dettaglio completo di chi può votare in un seggio elettorale diverso da quello che è stato loro assegnato:
a) i membri del seggio;
b) i rappresentanti di lista presso il seggio;
c) i candidati alle elezioni;
d) gli ufficiali e gli agenti della Forza pubblica, in servizio di ordine pubblico;
e) gli elettori non deambulanti, purché esibiscano una certificazione della ASL che attesti l’impedimento;
f) i militari delle Forze armate e gli appartenenti ai Corpi organizzati militarmente per servizio dello Stato (comprese le infermiere della Croce Rossa Italiana), nonché gli appartenenti alle Forze di polizia e al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Tutti questi soggetti, inoltre, votano con precedenza sugli altri elettori;
g) i lavoratori naviganti delle compagnie aeree e marittime che si trovino fuori residenza per motivi di imbarco, purché ne abbiano fatto richiesta.
Per tutti questi soggetti, tuttavia, vale il principio di territorialità rispetto al tipo di elezione che si sta svolgendo. Questo principio stabilisce che un elettore può votare in un seggio diverso da quello assegnato purché abbia titolo a votare in quella determinata elezione.



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